mercoledì 18 giugno 2014

Ancora giocano a calcio...

Sono passati 24 anni... e ancora giocano a calcio.
Ci sono i mondiali.
A quel tempo si giocavano in Italia, era una di quelle sere in cui giocavano quelli che non vinceranno mai. Ricordo, Uruguay contro qualcun altro. Uno 0 a 0 da sbadiglio.
Io ero tornato dal mare, con gli amici.
Guardammo gli ultimi minuti insieme, io e te, soli.
Poi, mi dicesti: "Vabbè, sai che c'è?... buonanotte..." - "Ciao, buonanotte papà", ti risposi. Poi, a letto.
Poi i tuoi lamenti, un "che succede?", un bicchiere d'acqua, una corsa al telefono, un dottore, un corpo spento, un addio nemmeno dato, parole che restano sulle labbra, non usciranno più... "Ciao, buonanotte papà".
Stasera, ancora giocano a calcio, ci sono i mondiali.
Ma ci sono anche tante altre cose che non c'erano allora.
Ad esempio, questi 24 anni che sono passati.

La Fortuna è cieca, ma la sfiga c’ha il binocolo!

Nel giugno del 1999 sono fuggito con mia moglie dal Kosovo, senza più nulla. Abbiamo cercato di rifarci una vita qui, a Kraljevo. Così, sono nati i nostri figli.


Neboiša Kostić, 8 anni

Poi, nel 2010, c’è stato il terremoto che ha quasi distrutto casa, allora ho ricominciato qui a Grdica, un po’ fuori Kraljevo. Andava tutto bene ma, adesso, l’alluvione mi ha buttato per strada ancora una volta... che devo fare?”.
 



A casa di Branka Terzić
 
E’ la domanda che pone, ridendoci sopra e nonostante tutto, Milan Kostić. Con la moglie Zorica e i cinque figli, Violeta, 13 anni, Božidar, 11 anni, Bojana, 9 anni, Neboiša, 8 anni e Miloš, 4 anni, è temporaneamente alloggiato a Beranovac, vicino Kraljevo, a 20 minuti dalla sua casa, gravemente colpita dalla recente alluvione.
 
I macchinari che la Croce Rossa Serba di Kraljevo fornisce per deumidificare gli interni delle case sono soltanto dieci, donazione di una organizzazione svizzera, ma le case sono tante e Milan, come molti altri, è in lista d’attesa per poterla usare e poi iniziare i lavori di risistemazione della casa, anche grazie al contributo che Un Ponte per..., tramite la Croce Rossa, gli ha fatto avere. Sono solo 500 euro, ma è meglio che niente e ci ringrazia col suo sorriso ottimista, certo frutto della presenza dei suoi cinque, bellissimi figli.





La storia di Milan sembra quella della Serbia che, colpita, sempre si rialza e pure sorridente. Ce lo ricorda una mostra a Belgrado, a Kalemegdan, sul Danubio, dove pannelli con le foto di Rista Marjanović formano una mostra dal titolo “Bomber auf Belgrad” (1914-1915-1941-1944-1999).

La mostra racconta i terribili bombardamenti delle forze “alleate” su Belgrado, dal 16 aprile al 18 settembre del 1944, con 200 soldati delle forze di occupazione nazista uccisi e oltre 1200 civili serbi innocenti ammazzati pure loro. Belgrado appariva distrutta, non fu quella la prima volta ma neppure l’ultima. Speriamo basti così (e anche per Milan!).
 



In tutto sono sei le famiglie che hanno beneficiato della raccolta fondi che Un Ponte per.. ha lanciato fra attivisti, soci, amici, simpatizzanti a sostegno degli alluvionati. Tremila euro sono stati subito inviati e ora possono essere spesi, sperando in altre entrate future che possano dare una mano ad altre famiglie in forte difficoltà.
 
 
Ma proprio a causa dell’alluvione, non sarà possibile organizzare, almeno per quest’anno, iniziative di ospitalità in Italia. Cercheremo, però, col poco che ci resta, di mandare per dieci giorni in vacanza al mare in Montenegro, in strutture della Croce Rossa Serba, due gruppi di 15 ragazzini, uno proveniente dai villaggi serbi del Kosovo e Metohija che, anche col vostro sempre necessario e prezioso contributo, potranno tornare a considerare l’acqua per quello che è: una fonte di gioia e di divertimento.