sabato 7 settembre 2013

A 18 anni avevo il cancro dentro casa.

A 18 anni avevo il cancro dentro casa.
Mia madre si sfiniva nel corpo e nello spirito, operazione dopo operazione. Era entrata in ospedale, al "Regina Elena", per una operazione al seno. Ancora la ricordo mentre usciva dal portone e io tornavo con la borsa della spesa fatta. Un saluto al volo e via, che era tardi. Ne uscì dopo 3 mesi, stravolta.

 

Io facevo il quarto liceo, al “Francesco”. Il “Francesco”, era il “Francesco d’Assisi”, oggi lo chiamano solo il “d’Assisi”. Allora era il “Francesco” e io stavo là dentro. C’era la matematica (la scrivo minuscolo perché a noi “pensatori” questa materia fa particolarmente schifo…), c’erano la Storia, la Filosofia, la Geografia, le Lettere e tutto il resto.
 

D’estate andavo a fare il cameriere fra Terracina e il Circeo, un modo per guadagnare qualcosa ma anche per maturare quelle esperienze di vita che, a volte, pure servono.
Una notte, mi alzai alle 4 e feci l’autostop sulla litoranea San Felice Circeo-Terracina. Mi caricò un camion, arrivai a Terracina e presi la corriera. Alle 10 ero a San Giovanni, allora le corriere arrivavano lì. Presi un paio di mezzi e le feci una sorpresa (ma non le dissi dell’autostop…).
Mia madre sorrise, quando mi vide. Fu felice, di vedermi. E io fui felice di averle regalato quella sorpresa.
Si rammaricava perché non riusciva più a pulire casa come un tempo. Io, allora, abituato ai lavori del ristorante, presi secchio, straccio e scopettone e ripulii casa in meno di un’ora. Fu contenta, ma fino a un certo punto. Non è facile vedere un figlio che fa le cose che facevi tu.


 Non ricordo se fu quello il giorno in cui mi insegnò a fare le fettuccine. A stirare sfoglie, asciugarle, tagliarle, condirle e darle in pasto. Ai tuoi cari, ai tuoi amici, ma pure a te stesso.
Lei, già ormai troppo stanca… nel vedermi impacciato e in difficoltà si levò dalla sedia e mi aiutò, con un ultimo sforzo. In un attimo, quell’ammasso di pasta informe e senza senso, divenne sfoglia.
Da allora, non scordai più.
L’impasto va carezzato, con energia ma pure con amore. E la sfoglia si srotola, fino al punto giusto. Che riconoscerai, col tempo. Dovrai sbagliare molte volte ma, alla fine, lo riconoscerai. A 18 anni, avevo il cancro dentro casa.

Nessun commento: