giovedì 15 gennaio 2009

Al signor D'Alema...

Che D'Alema, con la Palestina, si stia dando una tinteggiata veloce, una "romanella", come dicono a Roma, può anche far piacere. In fondo, che gli costa? Tutti a dire bene di Israele, hai visto mai che così facendo riprende quota a sinistra grazie a questa ennesima tragedia? Ma vedere come si ostini a non fare un passo indietro sullo scempio del Kosovo e di quel che restava dell'allora Jugoslavia, è insopportabile. "Ci sono state migliaia di vittime anche kosovare, nel 99 e i bombardamenti servirono a fermare una strage" dice imperterrito D'Alema. Chissà a quali stragi si riferisce, forse a quella di Racak, fasulla fin dall'inizio. O a quella di tanti serbi fatti sparire nel nulla già nel 98, un anno prima delle bombe Nato, dalle milizie Uck. Anzi, non nel nulla... molti finirono a Lapusnik, come carne da macello per espianti di organi per finanziare la mafia e la guerriglia albanese. O a quella successiva, dovuta all'uranio impoverito usato in quei bombardamenti tanto utili che ha provocato, e ancora provoca, malattie terribili del sangue e tumori vari. Dimentica, il nostro, che il Kosovo era (è) Serbia e, quindi, era Jugoslavia. E gli albanesi, sotto la spinta USA, mai dimenticarlo!... volevano separarsi da uno stato sovrano. Che c'entra la Palestina? Quando si parla con le donne profughe di quella guerra, vedove col loro dolore mai attenuato, con le loro speranze violentate, verrebbe voglia di portarcelo, il signor D'Alema, a raccontare che si, quelle bombe servivano. Forse, servivano soltanto perchè a fare i conti con gli USA, all'epoca, c'era lui. E no, signor D'Alema, così è troppo facile, stavolta non possiamo berla. Anche nel 2003 sfilaste contro l'aggressione finale all'Iraq, ricorda? Eravamo 3 milioni di persone ma poi si è visto come è andata. Basta, anche con queste "romanelle".

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